INFLUENZA SUINA  a Londra

Sull' Influenza suina ci sarebbe da dire molto, così come per queste "epidemie" che periodicamente saltano fuori come per incanto, in determinati periodi, e con determinate caratteristiche.
Interessante quanto letto su un blog e rimarcato più volte da diversi autori, medici, scienziati, giornalisti...


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Spesso i media enfatizzano aspetti sensazionali di una certa notizia, consapevoli che la paura vende bene. Quotidiani e canali televisivi offrono spazi pubblicitari e minuti di trasmissione per realizzare profitti, quindi più sono scioccanti e spaventose le storie presentate, maggiore è il numero di spettatori o lettori, maggiore quello degli inserzionisti e di conseguenza maggiori i ricavi."

 

Pensate a che tipo di ricavo possano avere le case farmaceutiche in tutto il Mondo, dalla vendita dei vaccini che di volta in volta mettono in commercio all' apparire di ogni singola influenza.
Malattie, come l' influenza, che dovrebbero poter sfogare naturalmente e dopo pochi giorni scomparire, senza bisogno di riempirci di svariate medicine tra cui i famosi, ma sempre sconosciuti ai più, vaccini antinfluenzali
Cosa sa la gente di ciò che effettivamente viene immesso nel proprio corpo con questi vaccini?

Sapete che per ogni vaccino messo in commercio le case farmaceutiche ricavano miliardi di euro/dollari?

Sapete che anche buona parte dei vaccinati comunque si ammala?

 

 

Cos'è l'influenza suina

L’influenza A (era influenza dei suini) è una malattia respiratoria virale molto contagiosa che colpisce di norma i maiali con una bassa percentuale di mortalità (dall’uno al quattro per cento). La trasmissione avviene per via  aerea attraverso piccole gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani contaminate da secrezioni respiratorie. Esistono portatori sani del virus non riconoscibili.

    Il criterio clinico per riconoscere un caso di influenza suina prevede di rilevare febbre ad almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, cefalea, naso che cola, mal di gola, diarrea, vomito, dolore diffuso.

Erano sporadicamente stati segnalati in passato contagi suino-uomo: i sintomi si presentavano nell’uomo simili alla tradizionale influenza, ma la casistica riporta anche estremi come soggetti asintomatici e soggetti deceduti per complicazione insorte a causa dell’influenza, come la polmonite.

E’ stata avanzata l’ipotesi che il paziente 0, il primo ad aver manifestato i sintomi dell’attuale febbre suina, sia stato un bambino di 4 anni (Edgar), residente in piccolo paesino di 3000 anime (La Gloria); i concittadini di Edgar, ammalatosi i primi giorni di aprile, sono convinti che la causa vada ricercata nell’allevamento locale di maiali, uno dei più grandi del mondo e di proprietà di una azienda statunitense. Nonostante le vibranti proteste che si sono susseguite in passato a causa di cattivi odori e scarsa igiene, l’allevamento incriminato potrebbe aver contaminato, a detta degli abitanti, le acque e l’aria.

Generalmente l’uomo viene contagiato direttamente dall’animale infetto, ma si ipotizzano casi di contagio a causa dell’ambiente che aveva ospitato maiali infetti. Il contagio uomo-uomo era possibile, ma molto raro e circoscritto a particolari circostanze.

La situazione attuale è invece considerata molto grave perchè una nuova variante del virus è in grado di trasmettersi da uomo a uomo.

L’OIE, organizzazione mondiale per la salute degli animali, interviene sottolineando che il virus responsabile di quella che definiamo influenza suina non è in realtà mai stato isolato in un animale nella stessa variante.

Al momento si ritiene che non sia possibile il contagio con il consumo di carne infetta, perché il virus non sopravvive alle temperature superiori ai 70° tipiche della cottura (ed inoltre l’Italia non importa da almeno 10 anni carne suina dal Messico) mentre tra uomini il contagio può essere facilitato dagli stessi fattori di rischio dell’influenza tradizionale: strette di mano, starnuti, luoghi chiusi ed affollati, … Si tratta di un virus molto sensibile e non e’ piu’ presente nei salumi, anche crudi, sottoposti ad essicazione e maturazione.

    Non esiste al momento in  commercio un vaccino efficace per il virus dell’influenza suina e non deve essere usato nessun antivirale o peggio, antibiotico in via preventiva. Il vaccino è in produzione è sarà commercializzato presumibilmente verso l’autunno.

Secondo l’Oms non tutti i farmaci antivirali oggi disponibili sono efficaci: sensibile all’Oseltamivir (Tamiflu in Italia) e Zanamivir (Relenza), mentre sembra resistente all’amatadina e alla rimantidina. Per il trattamento dei casi di influenza il sottosegretario alla Salute Fazio spiega che serve un ciclo di Oseltamvir con con 2 capsule al giorno per 5 giorni.

E’ notizia del 12 maggio che alcuni ospedali americani e messicani segnalano i primi fenomeni di resistenza del virus all’Oseltamvir (Tamiflu); la comparsa di resistenza rende quindi necessario accelerare i tempi per la produzione di grandi quantità del vaccino specifico per l’influenza A suina.

L’infezione non è più circoscritta agli Stati Uniti e al Messico, ma la diffusione è ormai mondiale; in Italia al momento i casi sono particolarmente ridotti se paragonati a nazioni come l’Inghilterra, ma ci si aspetta prima o poi un aumento dei casi anche nel Belpaese.

Nel caso in cui stiate tornando da uno dei Paesi colpiti è necessario:

    * tenere sotto controllo eventuali sintomi nei successivi 7-10 giorni,
    * in caso di comparsa di sintomi influenzali (faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari,…) e necessario contattare immediatamente assistenza medica.
    * a causa dell’elevata facilità di trasmissione e dell’assenza di immunità nella popolazione italiana lo Stato invita tutti i cittadini che rientrano dal Messico e che lavorano in ambienti chiusi e a contatto con collettività, fra cui gli studenti ed i bambini, a rimanere a casa per sette giorni a partire dalla data di rientro dal Messico.
    * Attivati i controlli alle frontiere per intercettare chi torna dal Messico, prendere nota delgli estremi anagrafici e comunicarla alla Asle.

Se invece fosse necessario andare in Messico o negli Stati Uniti, per ridurre il rischio di contagio si consiglia di:

    * evitare la visita di mercati o fattorie con suini,
    * consumare carne di maiale dopo accurata cottura,
    * evitare di portare le mani a contatto con le mucose (occhi, naso, bocca),
    * lavarsi spesso le mani,
    * coprirsi bocca e naso con un fazzoletto mentre si starnutisce,
    * smaltire il fazzoletto nella spazzatura
    * non considerare efficace il tradizionale vaccino stagionale.

Si definisce caso sospetto di influenza A una persona che risponda ai sintomi sopra descritti e che sia venuta in contatto con un’area interessata o con un caso confermato.

 

Prevenzione

    * Lavarsi frequentemente le mani
    * Coprire bocca e naso quando si starnutisce
    * isolamento volontario dalle persone con malattie respiratorie febbrili
    * uso di mascherine.

Medici Italiani a Londra
 

Febbre Suina o Influenza A

 

Altro articolo interessante sulla febbre Suina o Influenza A di Luca Landi, da www.ilpassatore.it

Leggete anche gli articoli correlati,andando sul link arancione
Queste poche informazioni sono più che sufficienti per farvi capire cosa realmente è l' influenza suina e come comportarvi se doveste prendere nei prossimi mesi la febbre suina. Questo, essendo un' influenza, è più che probabile, essendoci ogni anno in Italia milioni di influenzati.

Quindi non abbiate paura e aprite occhi e mente , quando succedono queste cose.

 

"Non sono nè un medico nè tantomeno un professionista che opera nel settore sanitario; sono un semplice cittadino che vede media ed istituzioni di tutto il mondo enormemente allarmate per un’influenza con un tasso di virulenza particolarmente scarso.
Areoporti in allarme, ipotesi di apertura ritardata delle scuole e, addirittura, voci di possibili vaccinazioni obbligatorie di massa con Obama che stanzia 1,8 miliardi di dollari per contrastarla.
Tutto questo mi fa sorgere qualche dubbio e mi porta a farmi delle domande…
Iniziamo chiarendo di cosa stiamo parlando; l’influenza in oggetto detta “A” altro non è che una variante del virus H1N1, un sottotipo di virus di influenza; i casi totali, confermati al 13 luglio, sono 114.569, 572 dei quali mortali.
Le prime reazioni sono state molto simili a quelle già viste per l’influenza H5N1, ben più nota come “aviaria”; dosi di Tamiflu distribuite a go-go, un farmaco sempre sulla cresta dell’onda che, se da una parte non ha mai dimostrato la sua efficacia nel prevenire o curare le complicanze della comune influenza, d’altro canto ha manifestato effetti collaterali quali nausea, vomito, casi di comportamento anomalo e morti improvvise dovute a depressione respiratoria. Quella volta furono i polli a farci preoccupare con l’OMS in allarme e i cittadini terrorizzati da questo virus proveniente dall’est.
Oggi lo spauracchio viene dal Messico e dai maiali (???) ma il risultato è pressochè identico.
Si tratta infatti di un’influenza con una sintomatologia meno che grave, mortale come tutte le influenze, che però vede una campagna mediatica allarmistica di proporzioni enormi; fino ad oggi la gran parte dei decessi si è verificata su soggetti particolarmente sensibili e che per questo hanno perso la vita a causa di complicanze.
Ricordiamoci che ogni anno in Italia muoiono, per complicanze derivanti dalla normale influenza stagionale, circa 8.500 persone: dalle 50 alle 220 mila persone all’anno in Europa e mezzo milione in tutto il mondo. Il recente caso dei ragazzi italiani ammalatisi in Gran Bretagna è già rientrato: tutti guariti e in partenza per casa.
Perchè allora, considerato che non mi vaccino nemmeno per l’influenza stagionale, dovrei vaccinarmi per un altro tipo di influenza che sulla carta sembra meno pericolosa?
Perchè i Governi di mezzo mondo sono già mobilitati e i media utilizzano toni allarmistici senza analizzare i potenziali danni rispetto a quelli provocati ogni anno dalla normale influenza?
La discussione è aperta ma, come per tutte le cose, è bene attaccare il cervello e documentarsi approfonditamente prima di farsi prendere dal panico e spararsi in corpo l’ennesimo vaccino dalla dubbia efficacia e utilità." di
Luca Landi

 

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